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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Sezione dedicata alla discussione di strategie complesse che possono riguardare anche l'utilizzo combinato di opzioni e futures per creare figure sintetiche
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AZ13

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio21/11/2011, 18:17

Questo è Garcia: vediamolo all’opera nella giornata di oggi con profitto.

1.jpg

Va da se che contestualmente alla chiusura dei due future si chiudono anche le 7 posizioni di acquisto delle Call.
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mamio

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio21/11/2011, 19:51

Ciao Antonio,

devo farti una domanda sperando tu possa chiarire un mio dubbio.
Quando il mercato ha toccato il livello 5 noi siamo entrati con un Fib short.
Successivamente, intorno alle ore 14:45, c'è stato un rimbalzo e il prezzo è risalito fino al livello 4.
A quel punto dovevamo chiudere il Fib venduto oppure era meglio aspettare e sperare che l'indice tornasse giù?
La cosa fa una certa differenza, visto che avremmo perso un intero livello di Fib.

Grazie e complimenti!
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Roberto

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio21/11/2011, 20:12

Bravo Antonio!

Anche questa sera ho fissato i valori di garcia per domani sul dax introducendo il settlement e la volatilità del Vdax.

Adesso ho tutti i miei livelli. Se domani però l'indice, come penso, aprisse in gap mi trovo magari al terzo livello..oppure al quarto, ecc....

Come procedo?

Buona serata e complimenti per la capacità espositiva
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AZ13

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio21/11/2011, 21:55

mamio ha scritto:Ciao Antonio,

devo farti una domanda sperando tu possa chiarire un mio dubbio.
Quando il mercato ha toccato il livello 5 noi siamo entrati con un Fib short.
Successivamente, intorno alle ore 14:45, c'è stato un rimbalzo e il prezzo è risalito fino al livello 4.
A quel punto dovevamo chiudere il Fib venduto oppure era meglio aspettare e sperare che l'indice tornasse giù?
La cosa fa una certa differenza, visto che avremmo perso un intero livello di Fib.

Grazie e complimenti!


Quando si entra con il future al 5° livello si neutralizza la posizione dal punto di vista del Delta. Inoltre la strategia risultante è un Long Straddle sintetico formato cioè da opzioni e future. Quando si arriva a mettere in piedi questa strategia in genere significa che le aspettative del mercato – almeno in quella determinata seduta – sono cambiate. Per cui la volatilità implicita tende in genere ad aumentare favorendo di fatto la strategia.
Un altro aspetto tecnico è dovuto alla asimmetria di comportamento esistente tra il future e opzioni.
Il future ha un Delta costrante, nel senso che non si modifica rispetto a una qualsiasi variazione di sottostante. Quindi – per definizione - non ha Gamma. Non ha Vega ne Theta. Mentre le opzioni si!
Questo fa si che un movimento brusco in qualsiasi direzione porta la strategia in guadagno o sulle opzioni o sul future più di quanto possa perdere uno strumento rispetto all’altro.
Detto ciò il future non deve esser chiuso se da 5° livello si ritorna a 4° che – come abbiamo detto diverse volte – rappresenta lo spartiacque tra un mercato che vuole ritornare sulla propria media e un mercato che invece vuole proseguire la sua corsa.
Cosa diversa se il mercato torna stabilmente tra il 3° e il 4° livello. A quel punto forse varrebbe la pena di chiuderlo.

Da ultimo vorrei dire che quando si entra con il future generalmente si fa un discorso di tipo statistico cioè sono più le volte che il sottostante prosegue il suo cammino che torni indietro.
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AZ13

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 0:04

Roberto ha scritto:Bravo Antonio!

Anche questa sera ho fissato i valori di garcia per domani sul dax introducendo il settlement e la volatilità del Vdax.

Adesso ho tutti i miei livelli. Se domani però l'indice, come penso, aprisse in gap mi trovo magari al terzo livello..oppure al quarto, ecc....

Come procedo?

Buona serata e complimenti per la capacità espositiva


I gap che si formano in apertura generalmente tendono a chiudersi o parzialmente o del tutto nella prima mezz’ora di contrattazione.
Se il gap viene chiuso non ci sono problemi in quanto si procede nel modo che conosciamo. Viceversa se il gap viene chiuso parzialmente o non viene chiuso per niente e soprattutto se è vicino al 4° livello non è consigliabile agire in controtendenza.

In questi casi si aspetta che il mercato superi definitivamente il 4° livello e si va preferibilmente in tendenza con le opzioni.
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AZ13

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 0:53

Le persone più acculturate avranno già intuito perché il sistema Garcia funziona. Questo sistema sfrutta la reale distribuzione di probabilità dei rendimenti a proprio vantaggio.

Ci siamo già occupati in precedenza - quando abbiamo parlato della volatilità - del problema della distribuzione dei rendimenti che non sembrano avere una distribuzione normale.

Questo è facilmente dimostrabile osservando una rappresentazione grafica mediante istogramma della distribuzione di probabilità di una serie abbastanza lunga di rendimenti, come per esempio quella del nostro indice Ftse Mib riportata, che consente di valutare le caratteristiche della distribuzione rispetto a una curva “normale”.

4.jpg

Cosa osserviamo dal confronto? Vediamo una certa asimmetria.
Ricordo che l’asimmetria è una misura statistica e serve per capire se la campana di una generica distribuzione ha una coda più lunga dell’altra, ossia se discende dal massimo con la stessa pendenza oppure se da una parte scende giù velocemente e dall’altra più lentamente. Nel nostro caso - come si vede - risulta un’asimmetria positiva, perché la coda di destra è più lunga. Che cosa significa? Significa che, rispetto al valore massimo della campana, ci sono molti più punti a destra che non a sinistra, ossia che le variazioni negative dell’indice Ftse Mib, quando si verificano, possono essere molto più pronunciate di quelle positive.

Poi vediamo che attorno alla media la curva ha un picco stretto cioè risulta più appuntita della curva “normale”, ciò significa che vi è una probabilità maggiore che si verifichino le variazioni di quotazione vicine alla media (leptocurtosi).

Infine, code più alte della distribuzione “normale” il cosiddetto fenomeno delle “code spesse” (fat tails).
La curva “normale” tende a sottovalutare le probabilità attribuite agli eventi estremi (cigno nero).
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MassimoTononi

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 9:28

AZ13 ha scritto:Le persone più acculturate avranno già intuito perché il sistema Garcia funziona. Questo sistema sfrutta la reale distribuzione di probabilità dei rendimenti a proprio vantaggio.

Ci siamo già occupati in precedenza - quando abbiamo parlato della volatilità - del problema della distribuzione dei rendimenti che non sembrano avere una distribuzione normale.

Questo è facilmente dimostrabile osservando una rappresentazione grafica mediante istogramma della distribuzione di probabilità di una serie abbastanza lunga di rendimenti, come per esempio quella del nostro indice Ftse Mib riportata, che consente di valutare le caratteristiche della distribuzione rispetto a una curva “normale”.

4.jpg

Cosa osserviamo dal confronto? Vediamo una certa asimmetria.
Ricordo che l’asimmetria è una misura statistica e serve per capire se la campana di una generica distribuzione ha una coda più lunga dell’altra, ossia se discende dal massimo con la stessa pendenza oppure se da una parte scende giù velocemente e dall’altra più lentamente. Nel nostro caso - come si vede - risulta un’asimmetria positiva, perché la coda di destra è più lunga. Che cosa significa? Significa che, rispetto al valore massimo della campana, ci sono molti più punti a destra che non a sinistra, ossia che le variazioni negative dell’indice Ftse Mib, quando si verificano, possono essere molto più pronunciate di quelle positive.

Poi vediamo che attorno alla media la curva ha un picco stretto cioè risulta più appuntita della curva “normale”, ciò significa che vi è una probabilità maggiore che si verifichino le variazioni di quotazione vicine alla media (leptocurtosi).

Infine, code più alte della distribuzione “normale” il cosiddetto fenomeno delle “code spesse” (fat tails).
La curva “normale” tende a sottovalutare le probabilità attribuite agli eventi estremi (cigno nero).



Qui si che si capisce finalmente che cosa è quella campana :thanks
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angelo

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 10:53

Vorrei calcolare i livelli Garcia oggi chi può postare la volatilità ponderata delle put e call del FTSE MIB?

Grazie a tutti, Daniele
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Roberto

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 10:54

I gap che si formano in apertura generalmente tendono a chiudersi o parzialmente o del tutto nella prima mezz’ora di contrattazione.
Se il gap viene chiuso non ci sono problemi in quanto si procede nel modo che conosciamo. Viceversa se il gap viene chiuso parzialmente o non viene chiuso per niente e soprattutto se è vicino al 4° livello non è consigliabile agire in controtendenza.

In questi casi si aspetta che il mercato superi definitivamente il 4° livello e si va preferibilmente in tendenza con le opzioni.



Perfetto! :25

Grazie Antonio
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AZ13

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Re: Livelli di Garcia. Teoria e pratica.

Messaggio22/11/2011, 15:11

Abbiamo visto che la reale distribuzione dei rendimenti non assomiglia affatto ad una distribuzione normale.

Prima di proseguire volevo soffermarmi un attimo sulla asimmetria che si verifica analizzando le serie storiche di rendimenti di titoli finanziari e sul suo significato, perché questo ci consente di applicare ai livelli di Garcia un range non costante ma che rispecchi esattamente la reale distribuzione asimmetrica positiva dei rendimenti.

Andiamo per gradi.

Ci sono molte variabile statistiche che, pur mantenendo la classica forma a campana, presentano una distribuzione (e quindi una curva da essa risultante) spostata a destra o a sinistra, cioè le osservazioni delle modalità della variabile statistica sono più concentrate su valori diversi da quello centrale.

In questi casi moda, media e mediana non corrispondono più allo stesso valore, come succede nella curva normale, ma risultano più o meno distanziate seconda delle caratteristiche della distribuzione di frequenza.
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