SCADENZA LUGLIO 2018

La nuova settimana si è aperta all'insegna dei ribassi ecco la situazione attuale sul future dell’indice Ftse Mib. Un timido segnale di rimbalzo più per riassorbire l’ipervenduto mattutino che per le reali intenzioni si è verificato in area 21.500 punti.

Il Trend Pressure e il CDV tuttavia non lasciano presagire ancora niente di buono.

Situazione aggiornata prima dell’apertura di Wall Street.
Consolidamento in area 21.500 per quanto riguarda il future. Disegnati al momento un supporto a 21.525 (abbastanza fragile) e una resistenza a 21.585.

Lo spread Btp Bund in risalita a 246 punti con un rendimento 2.80%.

Trend Pressure e CDV alle ore 16.15...

Commento di chiusura

I listini azionari statunitensi incrementano le perdite sulle paure per le tensioni commerciali tra Usa e resto del mondo. Soffre in particolare il Nasdaq, che nelle scorse settimane aveva retto meglio alle tensioni sui temi commerciali anche perché non era stato ancora toccato dalla guerra commerciale di Trump. Le indiscrezioni su possibili restrizioni all'esportazione di prodotti elettronici in Cina e limiti agli investimenti cinesi in società tech hanno però coinvolto nella partita anche l'indice tecnologico. I settori economici più tradizionali, che trovano nel Dow Jones il loro rappresentante, già ampiamente penalizzati da ormai da due settimane hanno un andamento – si fa per dire migliore.
Il Dow Jones perde l'1.19%, mentre l'S&P 500 scende dell'1.57%. In rosso il Nasdaq Composite, a -2.17%.
L’escalation sulle tariffe doganali tra Stati Uniti e Cina ha messo ormai sul piatto dazi che si aggirano in valore per oltre mezzo trilione di dollari di merci e si va verso un scenario ancora più conflittuale. Certo, se la guerra dei dazi dovesse proseguire gli effetti - per ora marginali sulla crescita – si faranno sentire con tutto il suo peso.
L’Europa in tutto questo - con le sue divisioni interne - si trova tra incudine e martello.
L’indice Ftse Mib chiude a 21.355 punti (-2.44%) insieme agli altri principali indici europei anch’essi con perdite a due cifre.
Il nostro principale indice chiude sui minimi di giornata e a pochi punti dal minimo relativo del 29 maggio e a quello dell’8 di giugno.

Commento di chiusura


L’indice Ftse Mib chiude a 21.355 punti (-2.44%) insieme agli altri principali indici europei anch’essi con perdite a due cifre.
Il nostro principale indice chiude sui minimi di giornata e a pochi punti dal minimo relativo del 29 maggio e a quello dell’8 di giugno.

attenzione, è un LAP non un GAP.

Si! A rigore è un lap per 6 punti. La sostanza non cambia si tratta di stare a ragionare di lana caprina…

Spieghiamo anche perché si tratta a rigore di un lap anziché di un gap.

Nei gap, l’apertura di un generico strumento finanziario di oggi o è superiore al massimo del giorno prima e in questo caso prende il nome di Gap up o viceversa, quando l’apertura di oggi è inferiore al minimo fatto registrare il giorno precedente e in questo caso abbiamo il Gap down. In pratica nei gap non ricoperti succede che le due candele consecutive che si formano non si sovrappongono cosicché lasciano un vuoto ben visibile nel grafico ossia un’area di prezzo dove non sono avvenuti scambi. Ciò succede perché si viene a creare uno squilibrio momentaneo tra domanda e offerta che si concretizza – come nel nostro caso – a mercati chiusi.

Per quanto riguarda invece i lap il riferimento è solo quello della chiusura nel senso che è sufficiente che l’apertura di oggi sia superiore o inferiore alla chiusura di ieri senza superare rispettivamente il massimo o il minimo di ieri perché in questo caso si ricadrebbe nel gap.
Quindi quello di ieri a rigore è un lap perché l’indice ha aperto a 21.730 (inferiore alla chiusura del giorno precedente 21.888) ma non ha superato a ribasso per 6 punti il minimo precedente che era stato 21.724.

Si! A rigore è un lap per 6 punti. La sostanza non cambia si tratta di stare a ragionare di lana caprina…

Spieghiamo anche perché si tratta a rigore di un lap anziché di un gap.

Nei gap, l’apertura di un generico strumento finanziario di oggi o è superiore al massimo del giorno prima e in questo caso prende il nome di Gap up o viceversa, quando l’apertura di oggi è inferiore al minimo fatto registrare il giorno precedente e in questo caso abbiamo il Gap down. In pratica nei gap non ricoperti succede che le due candele consecutive che si formano non si sovrappongono cosicché lasciano un vuoto ben visibile nel grafico ossia un’area di prezzo dove non sono avvenuti scambi. Ciò succede perché si viene a creare uno squilibrio momentaneo tra domanda e offerta che si concretizza – come nel nostro caso – a mercati chiusi.

Per quanto riguarda invece i lap il riferimento è solo quello della chiusura nel senso che è sufficiente che l’apertura di oggi sia superiore o inferiore alla chiusura di ieri senza superare rispettivamente il massimo o il minimo di ieri perché in questo caso si ricadrebbe nel gap.
Quindi quello di ieri a rigore è un lap perché l’indice ha aperto a 21.730 (inferiore alla chiusura del giorno precedente 21.888) ma non ha superato a ribasso per 6 punti il minimo precedente che era stato 21.724.

esatto.

Più ombre che luci

La prima giornata della settimana si è conclusa con una pesante flessione che ha riguardato tutto il panorama azionario globale. A quanto pare il rimbalzo di venerdì scorso ha avuto vita breve per le borse tornate a perdere terreno soprattutto a causa delle tensioni commerciali che continuano ad alimentare i timori di una forte recessione globale che spingono gli investitori a ridurre l’esposizione uscendo dal mercato per rischiare di meno.

Il giro di vite questa volta potrebbe colpire soprattutto il settore tecnologico per frenare gli investimenti delle partecipate cinesi il cui scopo - a detta di Trump – sarebbe solo quello di rubare i progetti.

Poi c’è il grosso “macigno” del settore automobilistico con la minaccia da parte dell’amministrazione americana di voler applicare dazi del 20% su tutti i veicoli prodotti nel vecchio continente. La mossa sembrerebbe finalizzata alla produzione in “loco” da parte delle industrie automobilistiche di veicoli destinati al mercato americano.

Oltre questi aspetti l’Europa ci ha messo comunque del suo evidenziando ancora una volta la confusione sulla questione dei migranti e che per estensione ne paralizza ogni capacità decisionale.

Piazza Affari ha visto l’indice Ftse Mib chiudere a 21.355 punti (-2.44%). Il nostro mercato ha pagato anche l’esito elettorale di domenica scorsa e del rinnovato rischio politico dopo che elezioni in alcuni comuni d’Italia hanno visto la vittoria del centrodestra, con la perdita delle sue roccaforti da parte del Partito Democratico. Tale rischio si è concretizzato con un rialzo dei rendimenti del nostro BTP e dello spread BTP-Bund ormai a contatto con i 250 punti base.

Differenziale Open Interest Mibo luglio del 25/06/2018.

L’attività sulle Mibo è stata scarsa e si è concentrata soprattutto sulle Call OTM. La ragione è che gli operatori - come vedremo - si sono mossi prevalentemente con il future.

Differenziale Open Interest Future del 25/06/2018.

Candela rossa e 1.624 contratti di Open Interest in più sul future. Sembrerebbe una presa di posizione in direzione ribassista.