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In attesa della Fed bisogna alzare la guardia.

Il nostro listino azionario - nella settimana seguente il giorno dei riporti - sembra aver mantenuto una certa dose di euforia, proseguendo senza troppi intoppi il movimento di risalita in atto. Il fatto poi, di aver superato proprio venerdì scorso quella quota 21.000 che la settimana precedente aveva respinto con forza il precedente tentativo, hanno aperto la strada fino alla successiva resistenza in area 21.750.

Molti si domandando come mai le borse continuano imperterrite a macinare strada a rialzo quando le preoccupazioni per una imminente recessione globale dovrebbe farli precipitare, cosa che è successa a dicembre. La svolta credo sia stata nel diverso atteggiamento assunto dalle banche centrali che hanno modificato la loro politica monetaria bloccando o diluendo i processi di normalizzazione dei tassi con la possibilità - addirittura - di ricorrere a misure accomodanti a sostegno delle economie qualora ce ne fosse bisogno e, fino a quando c’è l’ombrello protettivo della liquidità a buon mercato, non c’è orso che tenga. Lo abbiamo già sperimentato negli anni addietro.

La notevole confidenza che il mercato ha accumulato in questo primo trimestre dell’anno, basata sulla benevolenza delle Banche centrali, potrebbe però finire questa sera dove tutti si aspettano una conferenza stampa di Powell accomodante… sarà cosi…?

Virato in negativo sia il Trend Pressure che il CDV. Quindi pressione e forza hanno cambiato di segno.

Primo segnale di stop alla crescita è venuto dagli Open Interest sulle Mibo aprile di ieri.

Ci sono stati 2.323 contratti aperti sulle Call 21.500 non seguiti da prese di posizioni sul sottostante il che farebbe pensare – appunto – a uno stop momentaneo alla crescita dell'indice Ftse Mib.

Open Interest future

Traducendo le posizioni assunte dagli istituzionali in questi primi 2 giorni operativi del mese borsistico di aprile, notiamo che la strategia assomiglia fortemente a uno spread a ribasso.
I giochi a rialzo al momento sembrano avere una battuta di arresto...

Come ampiamente previsto, la giornata odierna rimane interlocutoria, con gli investitori in attesa di cogliere le novità in arrivo dalla Federal Reserve: la Banca centrale americana dovrebbe delineare meglio il percorso di rialzo dei tassi, anche se in molti operatori - considerando anche l’andamento mostrato in questo periodo dalle Borse mondiali - non si aspettano altre strette per il 2019.
A un passo dall’apertura di Wall Street, Milano si muove poco al di sotto della parità e cede lo 0,19%. Deboli anche le altre: Francoforte cede l'1,3%, appesantita dal titolo Bayer in seguito alla sconfitta al tribunale Usa sul glifosato.

Commento di chiusura di oggi mercoledì 20 marzo 2019

In questa seduta, gli investitori si sono presi una pausa di riflessione.

Vogliono capire se e quando continuerà da parte della Fed il lavoro di normalizzazione della politica monetaria. Le aspettative sono per una pausa lunga prima di ritoccare i tassi. Ma ciò implica una rilevante revisione al ribasso della crescita negli Stati Uniti che porti dritto dritto verso un periodo di recessione nel 2020.

Orbene, se la crescita 2019 continuerà ad essere prevista ad un tasso superiore al 2%, sarebbe illogico mantenere i tassi fermi per tutto l’anno e sarebbe altrettanto illogico sovrappesare il portafoglio azionario. Per di più assistiamo and una stranezza tipica dei mercati quando ci mettono lo zampino le banche centrali. Il rendimento del decennale USA rimane compresso sul livello del 2,60% il che è un controsenso perché vorrebbe dire che invece di alzare i tassi la FED dovrebbe ridurli. Allora delle due l’una: La FED ha sbagliato le previsioni di crescita in senso troppo ottimistico e adesso vorrebbe fare marcia indietro. Ci sarà recessione anche negli USA nel 2020. E allora come giustificare l’andamento euforico avuto dalle Borse in questo primo trimestre? Ai posteri larga sentenza.

Per quanto riguarda l'Italia, l'attenzione si centra sul fronte politico con il Consiglio dei ministri sul decreto sblocca cantieri e il voto di fiducia alla Camera sul Reddito Pensioni.
Intanto chiudiamo la seduta con il segno meno -47% a 21.330 punti.

Attenti a quei due…

Ieri è stato un giorno di riflessione e di attesa dei mercati anche se - a guardare bene – su quelli europei c’è stata alla fine una certa correzione, che ha smaltito gli eccessi rialzisti accumulati in precedenza. La sorte peggiore è toccata all'indice Dax a causa dello scivolone del titolo Bayer e di risultati deludenti annunciati da BMW che ha depresso tutto il settore automobilistico europeo.
Noi – come succede spesso da un po’ di tempo a questa parte – abbiamo mostrato ancora una volta un’ottima capacità di tenuta, passando quasi tutta la seduta leggermente sopra lo zero per poi arrenderci anche noi nel finale con un calo abbastanza contenuto (-0,47%).

L’accentuazione delle perdite europee nella parte finale di seduta è in gran parte dovuta all’ingarbugliamento della questione Brexit che rimane attualmente senza una soluzione a pochi giorni dalla data del 29 marzo.
La partita è ancora lontana dalla conclusione e il nervosismo dei mercati si fa sentire in quanto – molto probabilmente – la questione verrà risolta nel finale in zona Cesarini.

L’altra questione sul tappeto ha riguardato il comunicato FED che per la verità è andato più in là delle già rosee aspettative. Linea morbida da parte dalla Federal Reserve, che segnala l'orientamento a non effettuare alcun aumento dei tassi di interesse nel 2019. Il comunicato rilasciato al termine della due giorni di direttorio del braccio di politica monetaria è stato questo: "Alla luce degli sviluppi economici e finanziari globali e delle limitate pressioni inflazionistiche, il Fmoc resterà paziente nel determinare quale futuro aggiustamento dei target sui Fed Funds potrà essere appropriato".

I mercati, a caldo, hanno reagito in modo euforico, passando in positivo in pochi minuti, tuttavia, nell’ultima ora di contrattazione, hanno cominciato a riflettere sul regalo di Pasqua della Fed. Non è che la Fed ci stia nascondendo qualcosa? Non è che la crescita è destinata a subire un rallentamento più veloce e più pesante di quel che la FED ha comunicato?

I mercati americani alla fine hanno creduto più a questa seconda tesi.

Ancora buona l’intonazione del nostro mercato anche se deve superare una certa resistenza rappresentata dai due POC precedenti.

La forza rialzista rimane costante. E’ la pressione rialzista che sta scendendo. Attualmente ci troviamo sopra la zona “cuscinetto” ossia lo spartiacque tra rialzo e ribasso.